Da Nosedo all'Acquabella (parte III)

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Riprendiamo in questo nostro terzo ed ultimo articolo l'itinerario del titolo, percorrendo il quale nei precedenti due articoli siamo giunti all'ìncrocio tra il viale Molise e le vie Lombroso e Calvairate.
Proseguendo nel viale, sulla destra si trovano alcune eleganti palazzine, già facenti parte del Macello e, più in generale, della Città Annonaria, tra cui si intravede una galleria in stile liberty, che come sapete è il simbolo del nostro giornale Quattro.
Le palazzine in stile liberty vantano interessanti maioliche sulla facciata e, pur avendo negli anni cambiato destinazione (erano gli uffici del Macello Pubblico) hanno conservato il loro aspetto fascinoso.
Il tratto successivo è stato recentemente rivoluzionato per i lavori del passante ferroviario. Molti però si ricorderanno delle officine di via Monte Ortigara, alla cui memoria è stato conservato un albero di alto fusto, ed il sottopassaggio di viale Mugello, opera degli anni Trenta in mattoni a vista, scavalcato dalla ferrovia di Porta Vittoria e dal ponte di via Cena – Piranesi. Proprio in quest’ultima via, poche centinaia di metri a destra, si trova (recentemente rifatto) il Palazzo del Ghiaccio.

Oltrepassato l’incrocio con corso XXII marzo ci inoltriamo in viale Campania, dove pure recenti lavori hanno cambiato il panorama. Sulla destra, infatti, dopo il liceo Donatelli, con la sua caratteristica facciata semicircolare, al posto del deposito ATM Campania prima e della fabbrica Motta poi si trova ora un ampio complesso immobiliare che ha preservato lo storico ingresso (e la palazzina adiacente) ed ha predisposto un parco sull’angolo con via Zanella.
Il deposito ATM di viale Campania venne costruito nel 1926, in seguito ad un programma d'ammodernamento della stessa azienda. La sua funzione rimase tale fino al 1960, quando l'area fu acquisita dalla Motta, che v'inserì un suo magazzino ed alcuni reparti. Dal 1985 l'area era dismessa. Il lotto è ubicato in una zona ove la maggioranza delle urbanizzazioni sono avvenute tra il 1930 ed il 1960, sulla base degli indirizzi del Piano Regolatore Albertini (1934). L'edificio in cui l'A.T.M. che ospitava il deposito dei mezzi aveva una struttura a più campate, caratterizzata da pilastri, travi reticolari Polonceau e capriate in cemento armato. Le finestre erano inserite di sotto all'imposta delle coperture, le quali presentavano lucernari all'apice. Questo fu il primo deposito costruito con tali accorgimenti tecnologici, tanto da inaugurare una vera e propria tipologia. L'acquisizione del lotto da parte della società della Motta comportò alcune modifiche all'organizzazione degli spazi, per rendere fruibile secondo la nuova funzione l'intero stabile: tra i pilastri furono eretti dei muri in blocchi di calcestruzzo, in modo da dividere alcune campate del deposito.
Di tutto ciò ora resta l'accesso principale dell'area, dal lato di viale Campania, attraverso un androne, costruito nel 1938, che costituiva il più ampio ambiente del suo edificio; in facciata si riscontra la presenza di un fronte rettangolare, che dissimula la presenza della copertura a capanna del deposito, con grande arco di accesso finestrato all'imposta. In questa costruzione vi erano alcuni locali in cui erano inseriti gli uffici di portineria ed un punto di ristoro.

Sul lato opposto, invece, possiamo osservare numerosi eleganti palazzi, tra cui si fanno notare il civico 3, con le trifore sui balconi e i festoni al piano nobile, il civico 5 con le giare sulla balconata all'ultimo piano, il civico 7 con la lunga balconata all'ultimo piano e il mascherone sul portone, il palazzo all'angolo sud con via Giuriati con le bifore in stile veneziano sui balconi e quello all'angolo nord con i festoni ed il bow-window. Poco oltre si trova il civico 29 con l'ampio giardino condominiale che ospita una elegante fontana e ancora un po' più in là, sulla destra, nella prima traversa, via Sismondi, si trova un circolo tennistico che offre un polmone verde, ed un altro bel giardino condominiale (1-3-5) con elegante fontana.
A questo punto due sono le alternative: restare sul filobus 93, che devia a destra, oppure scendere e compiere a piedi il centinaio di metri che ci separa da piazzale Susa. Nel caso in cui si preferisca la deviazione ci si ritroverà in piazza Adigrat, molto gradevole con le sue alberature sempreverdi; da essa si diparte la via Frapolli, costeggiata da un lussureggiante giardino. Si può poi fare un giro in via Catania e nel quartiere attraversato da via Capolago, per riscoprire una parte di Milano che ha mantenuto numerose villette e si caratterizza quindi come città-giardino.
Il tratto del viale Campania fino a piazzale Susa invece non riserva particolari sorprese, fatta eccezione per l’androne del civico 33, che ospita una elegante maiolica policroma.
Giunti in piazzale Susa, luogo ove si trovava il bivio ferroviario dell'Acquabella (il cui nome derivava dalle omonime cascine ed osteria), per l’una o per l’altra strada, restano da apprezzare il parterre adibito a giardino, gli eleganti palazzi che si affacciano sull’ampio spazio verde e il monumento al giudice Guido Galli; a questo punto la nostra passeggiata può ben dirsi conclusa.